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I THUNDERBOLTS in:
LA
GRANDE BATTAGLIA CONTRO GLI Z'NOX
Di FABIO VOLINO
Capitolo 4
Slorenia.
Cosa si prova a perdere una persona cara? Probabilmente non esiste una
sensazione comune per tutti noi, di fronte ad una tragedia del genere: ognuno
reagisce a modo suo.
Prendiamo ad esempio Erik Josten: lui il dramma della perdita l'ha subito già
fin troppe volte. Sin da quando era un adolescente, sin da quando perse sua
sorella Lindy in un incidente stradale. Era giovane e spensierata, amava fare
lunghi giri in bicicletta: e durante uno di questi giri una macchina la tamponò
in modo fatale. Gli dissero che la sua faccia, atterrando sul cemento, si era
praticamente spappolata: i dottori non permisero né a lui né alla sua famiglia
di vederla. In ogni caso era stata fatta una identificazione tramite analisi
dentaria. Oppure tutto questo è stato solo un gioco di fumi e specchi.
Sì, perché ultimamente sua sorella Lindy pare tornata dall'aldilà per
continuare a tormentare i suoi ricordi. Ha ricevuto sue foto recenti, dio come
le somiglia. Però non deve lasciarsi prendere dagli entusiasmi, già troppe
volte questo si è rivelato per lui un errore. Fin da quando si fece irretire
dall'Incantatrice e divenne un essere dotato di poteri ionici: Atlas. Però
questo non gli ha impedito di continuare a subire il dramma della perdita.
È toccato poi a suo fratello Conrad. L'eco delle attività criminali di Erik
giunse fin nella piccola città in cui era nato e cresciuto e gettarono
l'infamia sulla sua famiglia. Gli Josten vennero da quel momento evitati come
la peste. Conrad non riuscì a sopportarlo: fuggì, per una destinazione ancora
oggi ignota. I genitori di Erik, affranti dal dolore e pieni di vergogna,
morirono uno a poca distanza dall'altro, senza il conforto di poter
riabbracciare i propri figli. Ed intanto Erik cercava di farsi un nome come criminale,
sotto le più svariati identità, perse una dopo l'altra. Ancora la perdita. Ed
infine il tradimento, ai danni del Barone Zemo: Erik non vuole confessarlo a
nessuno, ma prova ancora una profonda vergogna per quello che ha fatto. Perché
in fondo, dentro di sé rimane un soldato e gli Zemo sono stati i suoi primi
comandanti. Poi è toccato all'altro suo fratello, Carl, ucciso sotto i suoi
occhi da una banda criminale che spadroneggiava nella sua città natale: Atlas
non ha potuto sopportare anche quest'ultima perdita ed è stato probabilmente
allora che è cambiato davvero. Ed ha cambiato le cose.
Perchè quest'esperienza coi nuovi Thunderbolts lo sta rinfrancando, gli sta
ridando un frammento della immensa gioia che ha perso in questi anni. Eppure
anche qui ha dovuto subire una perdita. Claire Voyant. Non la conosceva bene,
era entrata nel gruppo da poco tempo… eppure ha di nuovo riportato alla sua
memoria tutte le persone a cui ha dovuto dire addio. Tutte?
Sembrerà strano, ma di una fino a poco tempo fa si era scordato e non sa
spiegarsene il motivo. Soprattutto se si considera quello che c'è stato tra
loro. Dallas Riordan. Ricorda ancora il giorno in cui l'ha incontrata: ad onor
del vero la prima impressione non è stata delle più favorevoli. I Thunderbolts erano
appena arrivati sotto le luci della ribalta ed il sindaco di New York aveva
voluto mantenere stretti collegamenti con questo gruppo acclamato come i
Vendicatori, in un tempo in cui i Vendicatori erano scomparsi. E così venne
scelta una P.R., se così la vogliamo chiamare. Dallas, appunto. Con quei
capelli rossi e quegli occhiali spessi, inizialmente Erik non le fece caso.
Poi, chissà come, iniziarono ad uscire. A scambiarsi baci. Ad amarsi.
Ma in certe vicende, nessuno è quello che sembra. Atlas venne smascherato come
Signore del Male, mentre un paio di mesi più tardi anche Dallas mostrò la sua
doppia faccia. Quella dell'Incappucciata. Venne presa in custodia… e da quel
momento in poi ne ha perso i contatti. Sa che successivamente ha subito un
processo per i suoi crimini, un processo che deve ancora concludersi. Oltre a
questo è stata rapita dalla Baronessa. Non sa dove si trovi ora, Visione
qualche tempo fa gli ha confidato che sta bene e non è più in pericolo. Solo
che ragioni di segretezza impongono che certe notizie non vengano divulgate.
E questo acuisce il dolore di Erik Josten. Perché ha capito una cosa: che
Dallas lo ha scordato. Altrimenti gli avrebbe fatto pervenire qualche notizia,
un messaggio… invece niente. Perché lo ha fatto? Davvero quello che c'è stato
tra loro per lei non contava niente? Beh, per lui contava molto invece. Erik
Josten ha permesso che alcuni fili della sua vita si snodassero senza che lui
intervenisse per cambiare le cose: ora le cose cambieranno davvero. Troverà
Dallas a qualsiasi costo. E la sua missione potrebbe rivelarsi più facile di
quanto sembra.
Mentre è immerso in questi pensieri, Atlas riceve una comunicazione. Sta per
avvenire un'invasione. L'ennesima.
Amore. Una parola dai mille significati, dalle mille sfaccettature. Se ne
chiedessimo una descrizione, chiunque di noi ne darebbe una diversa. A
dimostrazione della sua meravigliosa natura. Ed una coppia del passato forse
sta per riunirsi.
"Non riesco ancora a capacitarmi della perdita di Claire" si
rammarica Miss America. Rachel Leighton, anche lei ha subito altre perdite. Suo
fratello, Steve Rogers (quando mai qualcuno si deciderà a dirle la verità? E
come reagirà allora? A volte l'ipocrisia dei supereroi crea più danni di un
qualsiasi supercriminale)…
"Continuo a chiedermi se potevamo fare qualcosa" aggiunge Trottola.
Lui grosse perdite non ne ha subite, quantomeno a livello familiare. Anche se i
suoi genitori non vogliono più parlargli. Ma ha perso qualcos'altro a livello
morale. La faccia, ad esempio, quando è stato squalificato a vita dalle
competizioni sportive per un uso massiccio di steroidi. E poi la speranza,
quando la salvezza, sotto forma del predicatore Jonathan Tremont, si è rivelata
solo una farsa. Ha dovuto dunque cercare nuovi stimoli, che i Thunderbolts gli
hanno fornito. L'aver voluto cambiare alias e scegliere quello di un celebre
eroe del passato è sintomo di come Delroy Garrett Jr. sia intenzionato a
cambiare pagina.
"Sai, le nostre vite sono così frenetiche che spesso non abbiamo tempo per
riflettere su quello che ci è accaduto, Delroy. Ti confesso che a volte mi
piacerebbe tornare ad una vita normale, come madre magari. Però so anche che il
richiamo dell'avventura sarebbe troppo forte in me. È per questo che non mi
sono ancora fatta una famiglia".
"Sei ancora giovane, Rachel. Mi sembri troppo depressa per una ragazza
della tua età".
Non sa spiegarsi bene come, ma l'istante successivo Trottola è a poca distanza
da Miss America.
"Forse non sono tagliata per fare la supereroina".
"Falso. E lo sai".
Neanche Rachel sa spiegarselo, ma inizia ad essere emozionata nell'avere di
fronte Delroy. E poi nessuno dei due sa darsi una motivazione (ammesso che ce
ne sia bisogno), però l'istante successivo sono avvinghiati l'uno all'altra.
Non è un bacio passionale, romantico al più. Eppure segnerà le loro vite.
Qualcuno dirà che tra loro, fino a questo momento, non c'era stata attrazione:
forse semplicemente covava dentro di loro. Qualcun altro dirà che, visti gli
alias che hanno scelto, una loro unione fosse inevitabile. Beh, l'amore è
inevitabile per ognuno di noi. E quando arriva lo accogliamo come il più
magnifico dei doni. Sì, forse è la definizione migliore.
L'amore è un dono.
Trottola e Miss America si sono appena separati che Atlas li informa che è in
arrivo un'invasione. L'ennesima.
L'amore non ha età. L'amore ha mille facce. Non importa quanto tu sia
diverso da un'altra persona, hai sempre una possibilità di arrivare a toccare
il suo cuore. E non importa se tu sei giovane e devi ancora assaporare tutti i
piaceri della vita: certe sensazioni non nascono ad una data prestabilita.
Charlie Burlingame e Maria Santiago ne sono un ottimo esempio. Se hanno subito
perdite anche loro? Chi non ne ha. Il ragazzo ha perso la madre quando era
ancora in fasce e di suo padre non ha più notizie da tempo e si è ormai
convinto che sia morto. In realtà è un criminale con cui prima o poi dovrà
regolare i conti. È la stessa cosa anche per Maria: non ha potuto conoscere
bene sua madre e suo padre è un essere abietto. Deve essere stato questo ad
unirli, quantomeno una molla che ha fatto capire loro quanto siano simili.
Ma per i supereroi i momenti romantici sono davvero qualcosa di eccezionale. E
così, mentre si scambiano teneri baci adolescenziali, Atlas li informa che è in
arrivo un'invasione. L'ennesima.
Elton Morrow è un uomo speciale. Certo, ce ne sono tanti al mondo, ma lui è
decisamente particolare. Particolare come tutti quegli eroi vissuti in un'altra
epoca, un'epoca piena di conflitti, e sopravvissuti allo scorrere inesorabile
del tempo. Inevitabilmente ha dovuto subire delle perdite: amici di infanzia,
familiari, compagni di ventura… di loro rimane solo la polvere.
Non per tutti, però. Elton Morrow ha una figlia là fuori da qualche parte,
concepita in un periodo tormentato della sua vita e praticamente ripudiata: non
è un atto di cui va molto fiero. Ha pensato molto spesso a lei ultimamente,
prova una strana forma di nostalgia. Per quello che avrebbe potuto essere e non
è stato. Può cambiare le cose, però, può provare a recuperare il tempo perduto.
Con i contatti che ha ora non sarà affatto complicato ricercarla.
Ed è mentre nasce in lui questa nuova speranza che Trottola lo informa che è in
arrivo un'invasione. L'ennesima.
Aarkis è se possibile un essere ancora più speciale. Fuori dal suo tempo,
fuori dal suo mondo, è straniero in terra straniera. Non ha una vera casa, non
l'ha mai avuta. È davvero sfuggente come una Visione. Però non è tormentato da
dubbi esistenziali o turbe mentali: lui è un freddo calcolatore.
Ed il presente gli si prospetta decisamente come un elemento ignoto. E lui
prova una forma di adorazione per tutto ciò che è ignoto. Perchè lui stesso è
in un certo senso qualcosa di ignoto: un essere proveniente da un'altra
dimensione, capace di teleportarsi, difficilissimo da catturare. Probabilmente
ha subito anche lui delle perdite, ma non si fa traviare da questo. Dunque
quando gli giunge la notizia dell'invasione fa quello che sa fare al meglio:
analizza la situazione e si prepara a fronteggiarla.
Prigione federale del Wisconsin.
Ancora all'oscuro dei terribili eventi che stanno per accadere, qui la vita
procede come sempre. Nella noia più assoluta. E tra i detenuti che passeggiano
nervosamente per il cortile, uno viene tenuto in disparte, perché temuto e
rispettato: si tratta di Paul Norbert Ebersol. Era un essere speciale un tempo,
era Techno. Ora non è più nulla, è solo un semplice criminale: e la cosa bella
è che non ricorda come sia potuto accadere. Si sente vuoto, incompleto, pieno
di difetti. Ma il suo passato sta tornando per tormentarlo ancora.
"Ebersol!".
Il tono imperioso della guardia non lo intimorisce. Si alza lentamente, non
fissandola negli occhi.
"Ebersol, prepara le tue cose: stai per essere trasferito alla
Volta".
"Cosa?" sbotta lui "Ma non rappresento una minaccia…".
"Zitto, Ebersol, e cammina".
Il criminale non replica ulteriormente e, qualche minuto dopo, sale su uno
speciale furgone attentamente sorvegliato da due Guardiani. Inutile lottare,
verrebbe facilmente debellato. Il mezzo parte, ma si ferma alcuni minuti dopo.
Il Guardiano posto sul retro del furgone solleva bruscamente Ebersol per un
braccio e lo porta all'esterno, su una strada desolata. L'uomo sta già per
pensare al peggio quando l'altro Guardiano si avvicina. Si toglie l'elmetto ed
il criminale rivede il volto devastato di un suo antico compare.
"Questa è la maschera che preferisco" afferma Helmut Zemo mettendosi
il suo copricapo viola "Bentornato tra noi, Fixer".
"Zemo, come diavolo hai fatto a…".
"Una bazzecola per una persona piena di risorse quale sono io. Lascia che
ti presenti l'altro nostro alleato: si chiama Scream ed ha affrontato un paio
di volte quella traditrice di Songbird. Sono state le sue sottile e persuasive
onde sonore a non far sorgere troppi sospetti al direttore del carcere. Scream
è stato il primo, il primo di una nuova storia di cui anche tu farai
parte".
"Intendi dire…".
"Sì: i Signori del Male stanno per rinascere".
Slorenia.
Sono tutti schierati. Non solo i Thunderbolts, ma anche l'intero popolo
degli Inumani. Sono tornati sulla Terra da poche settimane e già devono
nuovamente combattere per la sicurezza della propria città. Ma non è quello che
fanno da una vita? Solo che ora non sono soli, ci sono persone fidate accanto a
loro, persone disposte a morire per loro. E questo provoca in molti stupore, in
altri compiacimento. In molti, tra gli umani, si chiedono cosa sarebbe successo
se i Vendicatori non avessero riportato Attilan sulla Terra… e se Eterni e
Devianti non si fossero alleati… e molte altre variabili che faranno sì che
questa invasione si rivelerà un probabile fallimento.
Alcuni degli Inumani, tra cui il sovrano Freccia Nera e suo figlio Ahura, sono
già in prima fila, là in alto. Poco dopo, però, anche gli altri hanno la loro
dose di divertimento.
"Eccoli!" grida qualcuno indicando le astronavi.
Quello che accade dopo è difficile da descrivere con le parole. Può essere
definito come il caos che prende vita. Non appena le navi atterrano, Gorgon
pesta forte il suo piede a terra, mandando onde vibratorie che scaraventano
alcuni mezzi a metri di distanza. I loro occupanti perdono subito conoscenza
per i colpi subiti. Contemporaneamente, facendosi aiutare da un compagno alato,
Karnak si aggrappa alla corazza di un'altra nave, ne trova rapidamente il punto
debole e provoca alcune crepe che costringono il mezzo ad un brusco
atterraggio. Dopo essere saltato al sicuro, Karnak si assicura che gli alieni
della nave non possano più far male a nessuno. Anche Triton fa la sua parte,
sebbene si trovi fuori dal suo elemento naturale.
Molte altre navi però sono atterrate. Gli Z'Nox escono, ma subito alcuni di
loro vengono afferrati dai capelli rossi di Medusa e sbattuti più volte sul
terreno. Nel frattempo, Atlas impiega tutta la sua forza contro gli invasori,
sembra una meraviglia della natura. I suoi compagni di squadra, ispirati dal
suo coraggio e dalla sua abnegazione, cercano di imitare il suo esempio.
Rimarrebbero delusi se sapessero che quella di Erik Josten è solo furia
guerriera, per dimenticare temporaneamente le sue avversità.
Alcuni Z'Nox circondano Crystal, ma costei impiegando i suoi poteri di
controllo sugli elementi li disperde. Però un alieno riesce miracolosamente ad
evitarli e ad abbrancarla da dietro. Solo che, prima che possa far del male
alla moglie di Quicksilver, viene bruscamente afferrato e scagliato via. Una
notevole sorpresa compare sul volto di Crystal quando si accorge che i suoi
salvatori sono gli Alfa Primitivi.
"Anche noi combatteremo per la nostra terra" dice uno di loro.
Anche i semplici umani fanno la loro parte, per quanto possono. Perché gli
abitanti della Slorenia sono persone che fino a poco tempo fa non avevano una
patria, che hanno trovato una nuova casa e dei nuovi amici. Beni che
difenderanno fino allo stremo. A guidarli c'è il carisma dello scrittore Yaphet
Mausen e della sua compagna Milla Rasnevic: entrambi hanno sperimentato di
persona gli orrori di una dittatura, entrambi vogliono far trionfare la loro
libertà.
Lo scontro è terrificante e per molti minuti rimane in una fase di stallo. Fino
a quando, improvvisamente, una sorta di terrificante urlo collettivo esce dalle
bocche degli Z'Nox, che si accasciano inermi al suolo. Nessuno li ha colpiti: è
come se una forza invisibile li avesse abbattuti. I pochi rimasti in piedi
vengono dunque facilmente debellati.
L'invasione finisce e miracolosamente non ci sono state vittime. Anzi, forse
non è solo un miracolo: è la volontà di chi vive in Slorenia ad aver fatto sì
che questo avvenisse.
Palazzo dei Vendicatori.
Lasciati i suoi compagni di pattuglia in Slorenia, Atlas si reca in questo
celebre edificio. Qui può trovare le informazioni di cui ha bisogno su Dallas:
spera non sia troppo difficile ottenerle. C'è qualcuno che può aiutarlo in
effetti, dovrà giocare un po' di astuzia.
"Jocasta?" chiama entrando in una sala vuota.
L'ologramma dell'intelligenza artificiale, reduce anche lei dalla lotta con gli
Z'Nox, appare librato in aria. "Benvenuto, Atlas. Sei venuto a dare
un'occhiata al corpo in cui dimorava l'originale Visione? Tony e Hank ci hanno
dato un'occhiata, però...".
"Sto indagando su una possibile ripresa delle attività da parte dei
Signori del Male" la interrompe lui "Potresti darmi qualche
informazione?".
"Non ne sapevo niente".
"Infatti non c'è nulla di sicuro al momento attuale e voglio chiarirmi le
idee. Mi diresti la storia di questa formazione?".
"La prima incarnazione dei Signori del Male" narra Jocasta "Si
colloca poco dopo la nascita dei Vendicatori ed il ritorno di Capitan America.
Fu messa in piedi da Heinrich Zemo ed era composta dal primo Cavaliere Nero,
dall'Uomo Radioattivo, Melter, l'Incantatrice e l'Esecutore: si è sciolta dopo
la morte di Zemo. Ma i Signori del Male hanno continuato a esistere
successivamente, grazie ad esempio a Ultron".
"Sì, sì, andiamo avanti".
"E arriviamo alle ultime incarnazioni. La più letale, composta da quasi
venti supercriminali, e capitanata da Helmut Zemo…". L'attimo di silenzio
da parte di Jocasta sembra quasi per Erik un'accusa: per il fatto che anche lui
ha fatto parte di quella formazione, che si è resa responsabile di atti
terribili. "… Ed infine quella dell'Incappucciata, la Baronessa
Zemo".
Erik cerca di trattenere il suo stupore. "Esatto, me la ricordo fin troppo
bene: e stavolta perché ero dall'altra parte della barricata. Qualcuno dei
Vendicatori ha avuto modo di incrociare ancora la sua strada?".
"Capitan America. Vuoi leggere i suoi rapporti?".
"No, glielo chiederò direttamente. Ti ringrazio". "Dunque è lui
che ha l'informazione che cerco" pensa.
Cercando di non andare troppo di fretta, Atlas esce dalla stanza. Poi, a passo
risoluto, cerca il giustiziere a stelle e strisce. Lo trova davanti ad uno
schermo.
"Parlami di Dallas" gli dice.
Jeff Mace si volta. "Dallas?".
"Non fingere ingenuità". Ancora la rabbia per un attimo sovrasta Erik.
"Hai capito benissimo di chi sto parlando. Dallas Riordan".
"Mi spiace, Atlas, non posso parlartene".
"No? Perché? Protocolli di sicurezza? Io me ne frego di queste cose! Devi
dirmi…".
"È stata lei a chiedermelo" lo zittisce Cap "Non posso dirtene
esattamente il motivo, ma doveva tagliare tutti i ponti col suo passato… anche
se questo poteva essere doloroso. Mi dispiace".
"Tu pensi che sia un ignorante, Capitan America. Non provare ad affermare
il contrario, lo leggo dalla tua faccia. Però vedi, essere stato un soldato mi
ha insegnato a prestare attenzione ai più piccoli particolari. Quando noi
Thunderbolts abbiamo sconfitto i Signori del Male, abbiamo smascherato Dallas
come l'Incappucciata. E qualche tempo dopo, la Baronessa ha calato la sua
maschera di Citizen V. Solo che in realtà lei era ed è sempre stata
l'Incappucciata, come ho appena appreso. Tu non avresti lasciato libera Dallas
se fosse stata l'Incappucciata. Dunque l'unica conclusione possibile è che lei
sia e sia sempre stata Citizen V. Ho ragione, non è così?".
Jeff Mace rimane in silenzio.
"Questa per me è una risposta. Grazie, Cap". Atlas si allontana.
"Mi ha abbandonato" pensa "Dallas mi ha lasciato senza nemmeno
dirmi addio. Perché lo ha fatto? Cosa poteva esserci di così importante?".
Mentre è immerso in questi pensieri, passa davanti ad un'altra sala, con la
porta socchiusa. Qui Tony Stark è a colloquio con un suo celebre collega.
"Sì, Tony. Le cose potrebbero essere peggiori del previsto" afferma
Bruce Banner.
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PROSSIMAMENTE
Il Battaglione V